Traslazione delle reliquie di santo Stefano protomartire e arcidiacono

Secondo la lettera del sacerdote Luciano scritta al fine dl 415 si è appreso che Gamaliele, simpatizzante dei cristiani, invitò quest'ultimi a raccogliere le spoglie del protomartire Stefano, martirizzato dagli ebrei e lasciato dai medesimi sul luogo del martirio affinchè le belve ne divorassero i resti, ma Dio non permise ciò ed i cristiani poterono prelevare il corpo e celebrare una solenne ufficiatura funebre per il primo martire della Chiesa e lo seppellirono presso Caphargamala. Qui, fu dimenticato per ben 400 anni, in quanto Gerusalemme fu distrutta per due volte nel 70 D.C e nel 135 D.C. per opera degli imperatori Tito e Traiano. Inoltre il culto delle reliquie dei Santi iniziò solo nel II secolo D.C. e si sviluppò nel IV D.C., quando il cristianesimo divenne religione di Stato. Pertanto le sue reliquie furono dimenticate come quelle di altri Santi. Le reliquie del Protomartire furono traslate dal Vescovo Giovanni nel 415 presso la Cattedrale del Monte Sion, durante la traslazione iniziò a piovere e ciò interruppe una lunga ed insostenibile siccità che allora colpì Gerusalemme. Ivi le reliquie furono conservate sino a che fu costruita una cattedrale per ospitare le reliquie di Santo Stefano dall’imperatrice Eudossia moglie di Teodosio II. A seguito di questi miracoli, le reliquie del primo martire della Chiesa furono distribuite in tutto l'ecumene cristiano ed ovunque si manifestarono miracoli, che moltiplicarono le costruzioni delle chiese dedicate al Santo. Anche Sant'Agostino d'Ippona riportò nella "Città di Dio" i miracoli operati dalle reliquie.
Secondo una pia tradizione contenuta in un manoscritto del XII secolo le reliquie di Santo Stefano vennero traslate da Costantinopoli a Roma intorno al VI secolo sotto il pontificato di Pelagio I e deposte presso la cattedrale di San Lorenzo fuori le Mura. Al momento dell'apertura della tomba di San Lorenzo, il Santo si svegliò dal sonno e festeso si mise in un angolo per far posto all'amico che veniva da Oriente, cedendogli cortesemente il posto d’onore. In un carme redatto da papa Pelagio I (555-561) fu scritto chiaramente che in questo luogo riposano le membra di due uomini santi, Stefano e Lorenzo. (…). In un ulteriore manoscritto del XIV secolo vi è un racconto simile.

Per le preghiere di Santo Stefano protomartire, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, abbi misericordia di noi. Amìn!