Santa Rosalia, Palermo

Santa Rosalia è un personaggio femminile molto complesso in quanto visse a cavallo di due differenti culture che si avvicendarono nella Sicilia dell'undicesimo secolo ovvero la cultura normanna che soppiantò quella musulmana. Santa Rosalia è figlia di una nobile famiglia normanna che si insediò a Palermo a seguito della conquista della Sicilia effettuata da parte dei normanni. Essa ebbe come padre Sinibald, barone normanno. A lei fu dato un nome normanno, molto probabilmente, Rosalind, che poi fu latinizzato in Rosa-lia (rosa e giglio). La Santa siciliana non si dedicò precocemente alla vita religiosa, bensì, inzialmente, divenne dama di corte della regina Margherita moglie del re Guglielmo I, la sua visione sulla società del tempo si modificò a seguito degli scandali di corte, nonchè del saccheggio perpetrato ai danni della reggia palermitana, cattura del re ed uccisione dell'erede di Ruggero. Questi eventi portarono Santa Rosalia a ritirarsi nel monastero greco-ortodosso di Santa Maria "la Dorata", successivamente, chiamata "La Martorana". Il successivo passo fu la vita eremitica, secondo la migliore tradizione ascetica dei Santi Padri, che fu praticata inizialmente presso un selvoso feudo di famiglia, la Quisquina, ancora oggi importante meta di pellegrinaggio, che è situato ai confini tra le province di Palermo ed Agrigento, alle dipendenze del monastero greco-ortodosso di Melia, che oggi è poco più che un casolare di campaga abbandonato. Grazie alla sua austera ascesi spirituale. la famiglia reale di allora le volle fare dono dell'intero Monte Pellegrino ove la Santa palermitana si ritirò in un'ampia grotta ed ove all'imboccatura della grotta fu eretta una chiesetta dedicata a San Nicola di Myra, il taumaturgo, in cui ufficiava il clero greco-ortodosso. Qui si addormentò il 4 settembre dell'1170. Il culto della Santa ebbe un notevole decadimento al punto che durante i primi decenni del XVII secolo, Palermo fu colpita da una grave epidemia di peste, la Santa apparve ad una malata e ad un cacciatore, a quest'ultimo indicò la strada per recuperare le reliquie che nel frattempo clero e fedeli palermitani ne avevano dimenticato l'esistenza ordinandogli di portarle in processione per la città. Così fu fatto ed ove passavano le reliquie della Santa i malati ottenevano immediata guarigione e la città di Palermo fu liberata dall'epidemia in pochi giorni. Solo a seguito di questo grande evento miracoloso, il clero, ormai latinizzato, decise di nominare Santa Rosalia come la protettrice della città, correva l'anno 1666, solo qualche decennio prima ovvero nel 1630 Papa Urbano VIII la inserì nel martiriologio romano. I fedeli palermitani la chiamano affettuosamente "Santuzza".

Per le preghiere di Santa Rosalia, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, abbi misericordia di noi. Amìn!