Questa è la traduzione, dal greco, di una lettera scritta da Sacro Monastero di Osio Grigorio Monte Athos, con la benedizione dell’igumeno (priore) del monastero, gheron Giorgio Kapsani, indirizzata all’associazione Testimonianza Ortodossa. La lettera nasce dalla preoccupazione dei padri di Agion Oros per la pubblicazione in Italia di articoli teologici da parte di un tale, che dice di essere monaco di Monte Athos, articoli che sono devianti dalla teologia e dalla Fede della Chiesa Ortodossa e che invece vengono promulgati come tali. E' una lettera che nasce dall’amore del buon pastore per il suo gregge e dal bisogno di ristabilire la verità della Fede Ortodossa.
SACRO MONASTERO
OSIOS GRIGORIOS
AGION OROS
…..abbiamo ricevuto l’articolo del monaco Maximos, che era stato in precedenza monaco Lavriota, articolo che disgraziatamente è stato pubblicato a quello che dava fino in tempi recenti una testimonianza ortodossa in Italia la rivista «ITALIA ORTODOSSA» e siamo divenuti partecipi del vostro dolore e della vostra sofferenza.
Abbiamo esaminato l’articolo e ci siamo molto rattristati per la grandissima distorsione della verità che crea il suddetto monaco. Presentandosi come monaco dell’Ahtos, induce in errore con le sue oscure posizioni sia i fratelli neofiti sia quelli che desiderano avvicinarsi alla nostra santa Chiesa Ortodossa. Si rileva che il Monaco Maximos fù monaco per un certo di tempo al Monte Athos, nel sacro monastero della Grande Lavra. In fine, pero, è stato allontanato da questo sacro luogo.
Qui di seguito tentiamo di presentare per sommi capi una parte delle principali e distorte teorie del monaco Maximos, perche ne facciate l’uso che voi credete al fine di aiutare le anime dei fratelli che si sono scandalizzati o che saranno scandalizzati studiando queste teorie.
1. L’autore proclama che la fede della Chiesa dei primi tempi, fede che non possiede più nessuna delle Chiese di oggi, era la fede che avrebbe salvato complessivamente tutti gli uomini della terra, indipendentemente dalla loro partecipazione o no al corpo di Cristo, la Chiesa Ortodossa. Inoltre proclama che quello e lo scopo finale per tutta l’umanità, posto da Cristo; proclama anche che il carattere del cristianesimo primitivo era quello:
«….lo scopo della Sinassi (Riunione) Eucaristica: rendere, anche per poco, realtà tangibile il destino ultimo del mondo, dando ancora un’occasione al Signore Risorto di riapparire in mezzo ai Suoi fratelli (Eb. 2, 12) confermando la loro salvezza con immersione nella Sua Gloria ed empiricamente concedendo loro l’inevitabile Fine “dell’unione di tutti” – ossia di tutti gli esseri umani senza nessuna eccezione – nel Suo Corpo Immortale». (pag. 32).
Il Suo corpo Immortale, per il monaco Maximos, non è la Chiesa, come si vedrà anche di seguito. Inoltre il fine escatologico per tutta l’umanità di unirsi in Cristo non è né inevitabile né imprescindibile se non esiste la metanìa e una vita in Cristo all’interno della Chiesa. A tutti sono conosciute le parole di Paolo: (1 Cor. 9-10) : non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
<<La vittoria di Cristo sulla morte aveva un benefico contraccolpo su tutta l’umanità. … Tutti i mortali, specialmente i defunti, erano divenuti vincitori insieme a Lui. Per questo la celebrazione dell’Eucaristia divenne cosi importante. Era un chiaro segno – per chi lo poteva cogliere – che la vittoria cosmica di Cristo ha già salvato il mondo: non soltanto una parte di esso, non solo i giusti e i buoni>>. (pag. 32)
Non si fa mai menzione a ciò che e indispensabile per l’ingresso dell’uomo nella Chiesa né della partecipazione della sua volontà e della sua lotta per far parte della salvezza in Cristo:
<<...la Salvezza fosse l’inevitabile destino di ogni uomo e precisamente questo credo, la Convinzione, aveva plasmato il carattere celebrativo delle prime sinassi (riunioni) cristiane>> (pag. 32).
<<Con la completa abolizione della “forma di questo mondo”, tanto i Santi quanto i peccatori non conserveranno neanche una traccia di caratteristiche personali (né di opere o reati) dal momento in cui diventeranno Cristo “per grazia” gli uni, o “malgrado la grazia”, gli altri>> (pag. 33).
<<Non erano cosi stolti (i primi cristiani) da credere che una qualche comunione e rapporto personali con il Cristo sarebbero bastati a salvarli, dal momento che erano consci che Cristo non ha mai assunto e neppure poteva assumere una persona umana! Sapevano molto bene che soltanto un’iden-tificazione con Lui a livello umano (umanità del tutto divinizzata a causa dell’unione ipostatica) poteva assicurare salvezza fintanto che erano ancora in questa vita >>. (pag. 45)
L’unione in Cristo come e proclamata da Maximo potrebbe essere considerata come una tesi antiprotestante, cioè che sia contro la tesi che dice che la salvezza si ottiene per mezzo di un rapporto individuale con Cristo e non nella Chiesa. Se non fosse che per il monaco Maximo l’identificazione con Cristo in un piano umano non significa l’unione dell’uomo con Cristo per mezzo del suo ingresso nella Chiesa e per mezzo di una vita in Cristo, ma come prerogativa di ogni comune mortale, oppure come consustanzialità con la natura umana di Cristo come sostiene in altri punti del suo articolo.
2. Si esprime in modo sprezzante per quel che riguarda il culto Divino e le tradizioni della chiesa. Il culto Divino e la Divina Liturgia, secondo il monaco Maximo, non sono necessarie per la salvezza del uomo:
«Il comando rituale: “Le porte! Le porte! In sapienza stiamo attenti!” fa riecheggiare tristemente questa tragedia che si svolge fino ad oggi…»(pag. 34).
( intende la perdita dell’ostentato carattere universale per l’umanità del antica Divina Liturgia)
«La loro tradizione non e più Cattolica nel primario significato del termine (dove secondo Maximo significa la salvezza di tutti)dal momento che la Cattolicità non può mai – in senso stretto – diventare “tradizione” (la ragione della sua esistenza sta nell’abolire incessantemente “quello che e solo parziale” – I Cor. 13, 10) mentre tutte le tradizioni non possono mai liberarsi dalla parzialità dato che tendono sempre ad isolare i loro seguaci dal resto dell’umanità.» (pag. 34).
«...la “Divina Liturgia” orientale si e evoluta, nella pratica, in imponente fantasmagoria nazionalistica che surroga l’iniziale Prassi Eucaristica ... suggerito da incomprensibili funzioni liturgiche. .. non riesce ormai più a rendere realtà tangibile il destino ultimo dell’umanità.» (pag. 34).
«Con l’attuale messa in scena nazionalistica essa dall’impressione che l’umanità, nella sua grandissima maggioranza, sia già condannata all’inferno. Per cui questa “funzione religiosa” tenta ormai di convincere Cristo e i Santi a salvaguardare l’identità culturale di determinate nazioni che si suppone restino loro fedeli. E’ una procedura spietata finalizzata alla sopravvivenza di discendenti in modo che non rimangano privi di eredita spirituale, dal momento che saranno gli unici eredi del Regno….» (pag. 34).
«Questo non significa che l’uomo non abbia diritto di separarsi dal Culto Divino e non persegua la sua perfezione per mezzo della Glorificazione. Né certo che Dio si disturbi da una tale astensione….ogni uomo e ugualmente attratto al Culto di Dio ma nessuno e obbligato ad adempiere tale servizio. » (pag. 38-39).
«certo Eucaristia valida... e quella che spontaneamente e offerta da uno che e già salvato Moltitudine – mai di individui – da parte di tutta l’umanità, la quale nella prospettiva escatologica e già Corpo di Cristo in quando destinata a unirsi a Lui» (pag. 42) (coloro che sono già salvati al di fuori dalla Chiesa e dalla Divina Liturgia, secondo il monaco Maximo, sono chiamati a offrire la vera Divina Eucaristia).
3. Formula una nuova teoria per quel che riguarda la Divina Eucaristia, secondo la quale e vera solo quando Cristo e visibilmente presente. I Doni santificati non sono, secondo il monaco Maximo, veramente Corpo e Sangue di Cristo ma sono solo simboli ebraici. Cristo di solito manca di essere visibile dai raduni di culto dei fedeli. A volte pero e presente. In quelle rare occasioni, il pane e il vino si trasformano in Suo Corpo e Sangue, solo quando vengono offerte dalla Sua stessa mano, anzi solamente dentro la bocca di quelli che Lo ricevono:
<<E’ evidente che se deve aver luogo un’effettiva prassi eucaristica, colui a cui sarà offerta l’eucaristia dev’essere visibilmente Presente.>> (pag. 36).
<<E soltanto il fatto di essere pure invisibilmente presente come Onnipresente, mostra chiaramente e definitivamente di non essere visibilmente presente nei Doni santificati.>> (pag. 37).
<<Il fatto cruciale su cui non v’e garanzia che avvenga sempre, rimane la discesa di Cristo dal Suo trono, la Sua venuta e lo stare in mezzo alla riunione e la distribuzione del Suo Corpo e Sangue fatta da Lui stesso ai fedeli riuniti.>> (pag. 37).
<<L’idea che, già nel Suo Regno Increato, il Cristo Risorto non potesse più né dare ne ricevere qualunque cosa inferiore a Se Stesso regnava tra i Giudeo-Cristiani che arrivarono cosi al punto di identificare il Pane dato con il Suo Corpo e il Calice dato con il Suo Sangue>>(pag. 36-37).
<<...quanti riceventi abbiano riconoscentemente accettato cibo dalla stessa mano di Cristo, non differiscono più da Lui Stesso ….. Hanno dunque scelto un caratteristico Simbolo ebraico per esprimere una realtà cosi ineffabile: la stessa Azione di partecipazione allo stesso Pane e allo stesso Calice>> (pag. 37)
<<Il ricevere questi Sacri Doni in qualunque altro modo era segno, a quell’epoca, di aver cessato di essere membro vivo del Suo Corpo>>.(pag. 37)
<<Rimane dunque indiscutibile che il Pane, il Vino e l’Acqua consacrati si cambino in Corpo e Sangue di Cristo soltanto se siano dati dalla Sua Mano .. >> (pag. 38).
4. Maximo considera il sacerdozio e i misteri della Chiesa inutili. Il sacerdozio, secondo il monaco Maximo, costituisce naturale espressione di tutti gli uomini della terra. Inoltre usa come sedicente difensore di queste posizioni san Ireneo. Si esprime in modo irriverente verso i sacerdoti e gli episcopi della Chiesa:
«...i Vescovi cessarono di essere “servi servorum Dei”per divenire pubblici ufficiali (viri venerabili)…. rendendo percepibile il loro potere secolare, precisamente come aveva fatto anche il collega Ponzio Pilato...» (pag. 34).
«chi immagini che il Giudaismo o il Cristianesimo non sarebbero esistiti Senza sacerdozio pensa allo stesso modo della logica eretica….visto che dio era da sempre in grado il mondo……senza cioè un’aggiuntiva diagonale» (pag. 38).
«i primi cristiani non vedevano alcuna necessita ne di clero ne di sacramenti….» (pag. 44).
«sarebbe impossibile…che per adempiere a una tale liturgia naturale gli uomini arrivassero al punto di aver bisogno di santificazione particolare o “ordinazione”da qualche Autorità proveniente da Dio, come se fosse insufficiente la loro consustanzialità con la natura umana del Sacerdote eterno» (pag. 41).
«ciò che oggi concepiamo come “ordinazione”di chierico, gli scrittori del Nuovo Testamento e i Padri Apostolici intendevano come elusiva giurisdizione liturgica della “moltitudine dei discepoli”riuniti con una sola mente nello stesso luogo... l’effettivo officiante dell’Eucarestia e di ogni diaconia … era questa la onnipotente moltitudine dei fedeli e non un sacerdote o vescovo isolato» (pag. 41).
«non esiste nella Chiesa Orientale dogma indelebile di sacerdozio o di sacramenti …..» (pag. 41, nota 26).
5. L’autore identifica Cristo, che ha assunto natura umana (intesa come individuo) con la spezie umana nella sua totalità. Secondo il monaco Maximos hanno l’identico significato: il Corpo di Cristo (ossia la natura umana che ha assunto il Logos di Dio diventando uomo), la Chiesa come Corpo di Cristo (ossia l’unione dei credenti in Cristo) e il Corpo di tutta l’umanità (intendendo il tutto indipendentemente se si tratti di credenti o meno):
«Questo corpo che Dio, prima dei secoli, aveva costituito e predeterminato per Cristo non e altro che la stirpe umana nella sua totalità. La Chiesa aveva cosi presto riconosciuto e identificato se stessa con tale Corpo perche coloro che erano gia Membri del Corpo potevano discernere chiaramente che esso era destinato ad assorbire tutta l’umanità. » (pag. 39).
( Il corpo che aveva costituito il prima dei secoli Dio non e la spezie umana nella sua totalità, ma l’umana natura che ha assunto quando il Logos di Dio divento uomo. La Chiesa non ha riconosciuto e non ha identificato se stessa con il Corpo di Cristo ma è stato Cristo che ha costituito la Chiesa – ossia coloro che si avvicinano a Lui in metanìa e fede per mezzo dei Sacri Misteri – Suo Corpo. E coretto dire che la Chiesa è destinata ad assorbire tutta l’umanità non pero senza che l’uomo interagisca. E’ conosciuta la parola del Signore: Non chi mi chiamerà Signore Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che farà la volontà di mio Padre celeste (citazione che non viene mai indicata nel articolo del monaco Maximos).
«una volta lasciata questa vita come Membra di Cristo, i Cori dei Santi mantengono piena comunione con Lui esattamente perche sono Membra dell’unico Corpo che risuscito dai morti, non come caso isolato ma come “Primizia di quelli che dormono”, come inizio di un raccolto che preannuncia e promette un guadagno totale » (pag. 43).
( Quando l’apostolo scrive “Primizia di quelli che dormono”, non si riferisce alle schiere dei Santi ma a Cristo persona nella Sua natura umana. Avendo presente per intero la teoria del monaco Maximo con le sue confuse espressioni avremo potuto comprendere che la sua espressione « dell’unico Corpo che risuscito dai morti, non come caso isolato », ha il significato che durante la Resurrezione di Cristo insieme a Lui avene anche la resurrezione delle schiere degli Santi. Dicendo « come inizio di un raccolto che preannuncia e promette un guadagno totale» intende tutti gli uomini della terra senza distinzione).
« contiene (la festa ebraica del Covone) la ragione per cui il Corpo Risorto del Cristo….perche Cristo e effettivamente la Resurrezione di tutti i mortali dato che la prima Chiesa identifico se stessa con il Corpo Risorto» (pag. 45).
6. Secondo il monaco Maximo i Santi Doni non hanno nessun valore. La vera Divina Eucaristia, secondo lui, non si realizza con l’offerta del Pane e del Vino ma con l’auto-offerta dei corpi dei discepoli di Cristo. Questa auto-offerta la considera come immolazione umana santificata dal Santo Spirito. In generale si esprime in modo irriverente per i Santi Doni basandosi anche al pensiero di un studioso (non ortodosso) dell’occidente:
«ciò significava che quanti effettivamente partecipavano ad Azione Eucaristica miravano a rendere se stessi “culto ragionevole ed incruento” auto-offrendosi insieme al Pane, al Vino e all’Acqua. Cosi si spiega che l’invocazione del Santo Spirito avvenga prima su di essi e solo successivamente sui Doni irrazionali inanimati ….» (pag. 40).
«l’idea cristiana che lo Spirito Santo santifichi sacrifici umani … ove gli annunciatori del Vangelo sono descritti come sacrificatori sacri servendosi della Parola di Dio come coltello sacrificale allo scopo di costituire ogni fedele in sacrificio umano gradito a Dio... la “festa e la Chiesa dei Primogeniti”insieme a tutti i fedeli sono offerti “come sacrificio a Dio”in ogni Atto Eucaristico» (pag. 40).
«...fungono da Santi Doni i corpi di Gesù e dei suoi discepoli. Questo e soltanto uno dei motivi di assenza di Pane e Vino dalla Prassi Eucaristica del IV Vangelo» (pag. 41, nota 23).
«“Cristo veniva a desinare insieme alla comunità dei discepoli….veniva a prendere parte al pasto, non a offrirsi Lui stesso come cibo” (opinione di Oscar Cullmann). Cionondimeno la sua partecipazione raggiungeva il culmine con l’Azione di offerta di cibo a coloro che Lo vedevano... lo stesso Datore ha un importanza maggiore di qualunque Sacro Dono» (pag. 36).
7. L’autore cerca di rafforzare le sue tesi con testimonianze dalle Sacre Scritture che tuttavia utilizza secondo il proprio pensiero. Il significato che da al testo il monaco Maximo e completamente diverso dal senso delle citazioni che utilizza.
Il suo pensiero e costituito da deboli pensieri umani non concludendo verso il pensiero spirituale dei santi Padri. Per questo approda a conclusioni arbitrarie e devianti:
Volendo per esempio fortificare la sua posizione per quel che riguarda la salvezza di tutti gli uomini scrive:
«Questo corpo che Dio, prima dei secoli, aveva costituito e predeterminato per Cristo non e altro che la stirpe umana nella sua totalità. La Chiesa aveva cosi presto riconosciuto e identificato se stessa con tale Corpo perche coloro che erano già Membri del Corpo potevano discernere chiaramente che esso era destinato ad assorbire tutta l’umanità. » (pag. 39).
Continuando rimanda al seguente passaggio: (Rom. 8:32) Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?
Ciò e evidente, non si collega come significato con quello da lui precedentemente era stato detto.
Vale la stessa cosa per tutte le citazioni richiamate da lui sia che si tratti di citazioni di santi, di padri della Chiesa o di testi liturgici.
8. Parla il modo sprezzante per i Santi della Chiesa:
a. Si esprime indirettamente contro il sant’Ignazio il Teoforo caratterizzando le sue lettere false basandosi sul pensiero di un ricercatore eterodosso dicendo:
« Certo Eucaristia valida non e per san Ireneo ne quella offerta da vescovo “canonico”ne – peggio – quella eseguita in nome di qualche vescovo... ma quella che effettivamente collega ed unisce il Creatore al Suo Creato, l’Azione Eucaristica per la Salvezza da compiersi» (pag. 42).
b. Scrive per san Nicola Kabasilas:
«completamente in contrasto con il precursore di Tomaso da Kempis Nicola Cabasilas (probabile convertito bizantino alla chiesa cattolica romana nel XIV sec.), Sant’Ireneo non ebbe bisogno di elaborare bizzarre teorie di salvezza attraverso “imitazione di Cristo” che prevedono, per le anime dei defunti, la santa comunione quotidiana….» (pag. 43).
ã. Disprezza anche sant’Ireneo, interpretando le sue parole secondo un suo pensiero, anche se al’apparenza che lo aceti e lo onora.
ä. Esprimendosi con parole irrispettose verso i sacerdoti e i vescovi della Chiesa, si porta, forse senza capirlo, anche contro tutti i suoi santi sacerdoti e vescovi che la Chiesa fino agli ultimi tempi continua a far sorgere.
9. Altre deviazioni:
á. Negazione della collaborazione dell’uomo con la Grazia di Dio per la sua salvezza e la teoria per l’annullamento delle personali peculiarita che ricorda induismo:
«con la completa abolizione della“forma di questo mondo”tanto i Santi quanto i peccatori non conserveranno neanche una traccia di caratteristiche personali» (pag. 33).
â. L’autore accetta che non solo il pane e il vino, ma anche il pesce e il sale sono Corpo e Sangue di Cristo, dal momento che vengono offerti ai fedeli dalla Sua Mano:
« Entrambi tali elementi (il pane e il vino) come anche il pesce e il sale, ossia niente di inferiore a Se stesso, soltanto perche Lui li dava ai suoi discepoli con la Sua mano...» (pag. 37).
10. Provoca confusione anche in coloro che accettano le sue posizioni con le sue posizioni dove l’una smentisce l’altra:
á. Mentre si esprime in il modo non degno per la Divina Liturgia, come e nella sua forma attuale, nello stesso tempo si basa alle espressioni liturgiche per costruire le sue nuove opinioni.
â. Interpretando per esempio: «le cose sante ai Santi » dice:
« cosi con l’introduzione dell’esclamazione di preavviso “ Le cose Sante ai Santi”nella prassi Liturgica dell’Oriente, si rileva l’inizio di una lenta decadenza segnata da crescenti incertezze su quanto avrebbero mai potuto valere stabili criteri di santità sotto condizioni umane post - peccato » (pag. 33).
In un altro punto volendo basare la sua opinione sulla Divina Liturgia dalla stessa mano di Cristo diceva:
«“sono informati” (coloro che comunicano con quel modo) infallibilmente di appartenere già al Suo Corpo e ormai non più a se stessi ogniqualvolta si comunichino dalla Sua Mano. Ciò chiarisce il significato dell’esclamazione di severo avvertimento: “Le Cose Sante ai Santi”» (pag. 38).
ã. In un altro punto dice:
«...tutti quelli che vengono commemorati per nome nel rito della Protesi e sono rappresentati da piccolissime particelle di pane... divengono cosi Primizie della natura umana “insieme a tutti i Santi”... i riuniti sono già “Santi”, essendosi santificati dall’accettazione delle loro Primizie nel sovraceleste Altare nell’istante dell’Epiclesi»
Aggiungendo pero immediatamente:
«Tuttavia la loro reale partecipazione al Corpo di Cristo come Suoi Membri va riconfermata incessantemente con la ricezione della Santa Comunione dalla stessa Mano di Cristo», e come dice da un'altra parte è un privilegio concesso a pochi (pag. 40).
E' evidente da tutto questo che il monaco Maximos diventa il relatore di un nuovo ed eretico insegnamento, il quale si potrebbe chiamare come neo - protestantesimo, poiché proclamando idee completamente nuove dalla Tradizione della Chiesa, usa la sua Tradizione in un modo completamente singolare.
Tutto il suo sistema, composto dal rifiuto dei misteri della Chiesa, dall’interpretazione delle parole del Vangelo e dei Padri secondo il suo ragionamento, dal suo disprezzo verso i sacerdoti e gli episcopi, dal suo disprezzo verso i santi della Chiesa, dalla proclamazione della teoria per una salvezza universale di fedeli e infedeli, di giusti e peccatori, senza la necessaria metanìa e le azioni della fede e dalle nuove teorie per una presenza visibile di Cristo e di una vera comunione di Corpo e di Sangue di Cristo unicamente quando e data dalla Sua mano, costituisce un sistema completamente eretico.
***
Preghiamo perche il Signore illumini il Fratello Maximo, il quale ha deviato dalla verità della nostra Santa Chiesa, affinché si penta e abolisce i suoi nuovi insegnamenti. Ancora preghiamo perche, il Signore protegga con la Sua Grazia il Suo piccolo gregge in Italia e nell’Europa occidentale dove è attivo il suddetto fratello.