Santo Martire Teodoro di Tiro


Questo santo e glorioso Martire di Cristo proveniva da Amasea nel Ponto e fu legionario romano al tempo della grande persecuzione di Massimiano (circa 303). Egli fu Cristiano sin dalla fanciullezza ma manteneva segreta la sua fede, non per codardia, ma perché non aveva ancora ricevuto un segno da Dio per presentarsi al martirio. Un giorno, mentre la sua legione si trovava stanziata vicino alla città di Euchaita, egli venne a sapere che la popolazione della regione era terrorizzata da un drago spaventoso che si nascondeva nella foresta circostante. Egli comprese che questo era il momento in cui Dio gli avrebbe mostrato se era venuto il momento di offrirsi al martirio. Addentrandosi nella foresta si imbatté in un villaggio abbandonato in cui l’unico abitante, una principessa cristiana di nome Eusebia, gli disse dove si nascondeva il mostro.
Una volta saputolo, si armò del segno della Croce e iniziò a cercarlo; quando trovò questa bestia che ruggiva e sputava fuoco, egli gli affondò la sua lancia nella testa e la uccise.
Convintosi che ora, per grazia di Dio, era capace di sconfiggere il drago spirituale, il diavolo, così come aveva abbattuto la bestia visibile, san Teodoro ritornò al campo, pronto a confessare la sua Fede. Quando il comandante della sua legione ordinò un sacrificio agli idoli dell’Impero, Teodoro rimase nella sua tenda. “Sono un Cristiano” disse ai suoi commilitoni che erano venuti a cercarlo. “Io adoro solamente Cristo. Egli è il Re che io servo, e solamente a Lui sono disposto ad offrire sacrificio!”. Dopo averlo interrogato con molte domande astute, essi lo lasciarono per andare ad interrogare gli altri soldati cristiani. Infiammato di zelo divino, Teodoro incoraggiò i suoi commilitoni cristiani a mostrarsi degni di Cristo, il quale li aveva scelti ad essere soldati nel Suo esercito celeste. Quella notte egli si recò nel tempio pagano e ridusse in cenere l’altare di Rea,la madre degli dei. Fu colto in flagrante dal custode del tempio, e fu condotto senza alcuna resistenza dinanzi al cospetto dell’imperatore Publio. Ci fu tumulto quando ad Euchaita si seppe dell’accaduto; ma Teodoro rispose con tranquillità alle domande del governatore, mostrando l’assurdità dell’adorare come un dio un pezzo senza vita di legno che era stato ridotto in cenere in pochi attimi. Trattato con tremendi tormenti, il Santo rispose: “I vostri trattamenti non mi spaventano, perché, tra i tormenti, il potere di Cristo sarà gioia e felicità per me”. Digrignando i denti per la rabbia, il governatore lo fece gettare in una cella oscura. Quella notte, Cristo apparve al suo valoroso servo e promise che la Sua grazia sarebbe stata nello stesso tempo il suo cibo e il suo nutrimento, la sua gioia e il suo scudo. Teodoro, confortato, trascorse il tempo cantando inni con gli Angeli, a tal punto che sebbene la sua cella fosse chiusa e sbarrata, i carcerieri credevano che altri cristiani si fossero uniti a lui. Quando gli offrivano pane e acqua, Teodoro rifiutava dicendo che Cristo gli aveva promesso cibo dal cielo. Comparendo nuovamente dinanzi al governatore Publio, gli fu offerta la carica di sommo sacerdote degli idoli; egli rise, e assicurò al governatore che egli era pronto ad essere fatto a pezzi per amore di Cristo. Fu quindi attaccato dalle caviglie e trascinato mentre il suo corpo si lacerava su artigli di ferro. Tuttavia, dinanzi all’irremovibile fermezza del Santo, i carnefici faticarono invano, e il governatore, temendo che il suo esempio incoraggiasse gli altri cristiani, decise di finirla con lui: lo condannò, così, al rogo. Quando raggiunsero il rogo, il Martire si tolse gli abiti e recitò una fervente preghiera affinché Dio rafforzasse gli altri confessori. Egli, poi, camminò liberamente nelle fiamme che lo circondavano senza bruciarlo come se gli offrissero riverenza. Nel mezzo di questa corona trionfale, san Teodoro rese la sua anima a Dio con ringraziamento. La devota Eusebia dietro pagamento del riscatto prese il corpo del santo che fu portato ad Euchaita dove fu costruita una chiesa in onore del santo Martire; molti pellegrini che si recavano lì a chiedere la sua intercessione ottenevano la guarigione dell’anima e del corpo.
Nel 361, Giuliano l’Apostata stava facendo tutto il possibile per restaurare i costumi pagani. Sapendo che i Cristiani erano abituati a santificare la prima settimana di Quaresima con il digiuno e la preghiera, il malvagio tiranno disse al prefetto di Costantinopoli che tutti gli alimenti in vendita nei negozi fossero cosparsi con il sangue di animali sacrificati agli idoli, in modo tale che nessuno nella Città scampasse alla contaminazione dell’idolatria. Comunque, il Signore non abbandonò il suo popolo eletto ma mandò il suo servo Teodoro a raggirare il tiranno. Apparendo in una visione al Patriarca Eudochio (360-4), il santo Martire  lo informò di quello che stava accadendo e disse di dare istruzione ai Cristiani di non comprare cibo dai negozi ma di mangiare la koliva ottenuta dai chicchi di grano bollito. Grazie, dunque, all’intervento del santo Martire Teodoro, il popolo Cristiano fu preservato dalla macchia dell’idolatria. Da allora, la Chiesa ha sempre  commemorato questo miracolo il primo sabato della Grande Quaresima, per ricordare ai fedeli che il digiuno e la temperanza hanno il potere di purificare tutte le macchie di peccato. San Teodoro di Tiro ha operato molti altri miracoli per coloro che sono ricorsi a lui con fede, e che hanno perseverato in preghiera nella sua chiesa. Un giorno, risplendendo nella gloria sopra al suo cavallo bianco, egli apparve ad una povera vedova e le restituì il suo unico figlio che era appena stato rapito dai Saraceni. Egli di frequente ha condotto alla salvezza coloro che si trovavano nelle tempeste, i ciechi alla luce, i fuggiaschi ai loro padroni. In tutti i suoi miracoli, questo legionario romano ha dimostrato che egli è divenuto il celeste protettore del popolo Cristiano.

 

APOLITIKION:

Grandi le opere della fede! Nella sorgente della fiamma, come ad acque di ristoro, il santo martire Teodoro esultava: olocausto arso dal fuoco, è stato offerto alla Trinità quale dolce pane. Per le sue suppliche, o Cristo Dio, abbi misericordia di noi.

MEMORIA: 17 Febbraio