Prot. N. 94
B A R T O L O M E O
PER GRAZIA DI DIO, ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI,
NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO,
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA,
GRAZIA E PACE DAL SALVATORE E SIGNORE NOSTRO GESU CRISTO
E DA NOI PREGHIERA, BENEDIZIONE E PERDONO.
“Venite popoli, accogliamo oggi il dono del digiuno, come tempo di conversione
dato da Dio”
(Lunedi della Prima Settimana di Quaresima)
Fratelli e Figli amati nel Signore,
Il digiuno che ci propone la
nostra Santa Chiesa, non e una privazione, ma un dono. E la conversione alla
quale ci chiama, non e un castigo, ma un regalo divino. E quando la Chiesa attraverso
la pericope evangelica , che abbiamo appena ascoltato, ci esorta a non raccogliere
tesori sulla terra “dove tarma e ruggine consumano “, ma a raccogliere tesori
nel cielo, dove non vi e alcuna minaccia di danno, - ci dice la verita.
Poiche la Chiesa non e di questo mondo, ma vive in questo mondo e lo conosce.
Conosce l’uomo, le reali sue necessita e debolezze. Conosce bene la nostra epoca.
L’epoca delle grandi evoluzioni e della velocita; della massa di informazioni
e di confusione; di tante paure, minacce e tracolli.
Per questo, serenamente e fermamente
ci chiama tutti alla conversione. Per questo scoraggia i propri figli dal prendere
una via errata con la quale raccogliere i propri sforzi e sostenere la propria
speranza su basi instabili. Ma ci esorta a raccogliere nel cielo. Poiche dove
e il nostro tesoro, li si trova anche il nostro cuore.
Il tesoro che non si consuma e la speranza che non delude e l’Amore Divino,
la Forza che tiene insieme ogni cosa. E’ il Verbo di Dio incarnato, che rimane
con noi in eterno.
Questa e la santificazione delle anime e dei nostri corpi. E non e venuto per
giudicare, ma per salvare il mondo. Non e venuto per rimproverare, ma per sanare:
“Egli colpisce con compassione e dimostra compassione con fervore”. Ha reso
inoperante colui che aveva potere sulla morte, cioe il diavolo. Ha cancellato
la tenebra della morte, cioe la faccia oscura senza sorriso e la presenza della
morte. La quale – quando c’e -, offusca e avvelena tutta la vita e la gioia
dell’uomo. Percio, quando il cuore ed il nostro amore sono volti al Signore
Teantropo, che ha potere sui morti e sui viventi, allora ogni cosa risplende
e si trasfigura.
E quando l’Apostolo Paolo esorta
a non riporre la speranza “sulla incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente
che tutto ci da in abbondanza, perche ne possiamo godere” (1 Tim. 6,17) – ci
assicura che il vero godimento della vita, e cio che ci da Dio e noi lo accogliamo
con gratitudine e ringraziamento. Allora il poco e tanto, in quanto benedetto;
e l’effimero ed il momentaneo splende con una luce di eternita.
Allora non solo le gioie della vita hanno qualcosa che non passa, ma anche le
prove e la afflizione divengono motivi della divina incarnazione. La divina
economia della nostra salvezza e certa. E’ “colui che costruisce benignamente
ogni cosa con la profondita della sapienza”. E la preziosa eredita delle nostre
pene e resa sicura perche: “abbiamo posto tutta la nostra vita e la speranza”
nel Signore Teantropo.
Percio quando il Vangelo ci
rimanda al cielo, e preciso. Ci fa toccare nella realta della terra, la quale
e divenuta cielo. LA Chiesa infatti vive e conferma questa certezza.
“Attraverso la Tua Croce o Cristo, uno e divenuto il gregge degli Angeli e degli
uomini e una e la Chiesa. Il cielo e la terra si rallegrano o Signore, gloria
a Te!” Ci dona la possibilita di vivere il miracolo che la terra e divenuta
cielo. E il regno di Dio e dentro dio noi. Le radici dell’uomo si trovano nel
cielo. Senza la Chiesa siamo sospesi in aria, senza dimora. La Chiesa e la nostra
casa. Come l’uomo torna ad essa, cosi egli torna in se stesso, giunge al proprio
io. Quanto piu ci allontaniamo da essa, ci smarriamo, ci deterioriamo. Come
ci avviciniamo alla Chiesa, avvertiamo l’autenticita di cio che e vero. Vediamo
il Padre celeste che ci attende fuori della casa. Ci persuade il senso del bene
e del bello. La presenza dell’amore possente che vince la morte. E non solo
del corruttibile e dell’incerto che schernisce l’uomo.
Ascoltiamo dunque l’invito divino ad entrare nel mare del digiuno, affinche possiamo giungere al porto della luce ed alla resurrezione con tutti i Santi.-
Santa e Grande Quaresima 2009
Il Patriarca di
Costantinopoli, Bartolomeo
Fervente intercessore presso Dio per voi tutti