Chi
e' il capo della Chiesa?
Cristo, vivente in eterno,
è l’unico Capo del suo corpo: all’unanime consenso
delle sue membra – clero e popolo – Cristo ha affidato il
compito di conservare infallibilmente il deposito della fede e di guidare
le vicende d’ogni giorno nell’attesa del Suo ritorno. Nella
Chiesa ha il primato dell’infallibilità il sommo pontefice
delle anime nostre, Gesù Cristo; insieme a lui, è infallibile
chiunque dispensa con ortodossia la parola della verità. Gesù
ai dodici ha detto:
"I capi delle nazioni dominano su di esse e i grandi esercitano
su di esse il potere. Non sarà così tra voi". (Mt 20,
17-28)
Su
chi e' fondata la Chiesa?
Sulla pietra che è Cristo, il Figlio
di Dio, così come proclamò l’apostolo Simone detto
Pietra (Pietro):
“Avvicinandovi a Lui, pietra vivente rigettata dagli uomini
ma scelta da Dio e preziosa, anche voi siete edificati come pietre viventi”.
(I Pt 2, 1-5)
Perche'
a volte si dice che la Chiesa e'‘Romana’?
Dopo secoli di persecuzioni,
in cui la Chiesa fu imporporata dal sangue di tanti testimoni (martiri),
l’imperatore romano Costantino – davvero tredicesimo apostolo
– le diede pace e libertà. La Chiesa si diffuse in tutto
l’Impero e animò allora tutta la società, tanto che
romano diventò sinonimo di cristiano. Lo stesso Costantino volle
fondare una nuova capitale, cristiana, e su sette colli che si affacciano
sul Bosforo, presso un villaggio chiamato Bisanzio, fece nascere una Nuova
Roma. Purtroppo, dicendo ‘romana’ o ‘cattolica‘,
spesso s’indica – superficialmente - la Chiesa dei Franchi
ovvero il Patriarcato d’Occidente che si è separato dalla
comunione con tutte le altre Chiese.
La
Chiesa quindi non e' Una?
La Chiesa è Una,
anche se – storicamente – si è organizzata attorno
a 5 grandi città, i cui vescovi furono detti patriarchi: Roma Antica,
Nuova Roma, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Sotto impulso dei Franchi,
tra l’anno 800 e il 1274, il Patriarcato di Roma Antica si separò
dalla comunione con il resto della Chiesa Cattolica, ma continuò
a dirsi cattolico. Fu quindi necessario chiamare ortodosso chi conserva
fedelmente e integralmente, senza omissioni o aggiunte, la fede degli
apostoli, dei martiri e dei padri, la fede espressa nei santi sette Concili
Ecumenici. Ortodossia vuol dire, infatti, esatta fede. Al cristiano non
è lecito essere in comunione con eretici e scismatici, ma deve
ugualmente nutrire un grande amore per loro; è necessario pregare
perché si convertano e ritornino alla Chiesa: un solo ovile sotto
un solo pastore, Cristo Gesù.
Tutti
i cristiani fanno parte della Chiesa?
Dalla Chiesa inizialmente
si separarono i Franco-cattolici, raggruppati attorno al patriarcato di
Roma Antica. Essi poi si separarono anche tra loro, dando vita a tante
altre organizzazioni religiose (Protestanti o Evangelici, sino a giungere
ai cosiddetti Testimoni di Geova). In età recente – o perché
costretti o perché mossi da interessi umani - alcuni gruppi di
ortodossi hanno abbandonato la madre Chiesa. Essi sono chiamati Uniati
perché conservano molte usanze ortodosse (o quel che chiamano ‘rito
bizantino’) ma, uniti ai Franco-cattolici, ne professano tutti i
dogmi e dipendono dal Vaticano.
Come
si manifesta l'unita' della Chiesa?
Lì dove c’è
il vescovo, c’è la Chiesa: per indicare un particolare territorio
dove opera un vescovo, noi parliamo di diocesi. Ora, pur essendo migliaia
le diocesi, e sparse da un confine all’altro della terra, divise
in tante nazioni e lingue, ognuna con proprie tradizioni e usi locali,
tutte – quasi un miracolo – professano integralmente la fede
cattolica e apostolica, avendo come unificante guida centrale soltanto
i Concili Ecumenici, i canoni dei Padri, la Tradizione.
Cosa
sono i Concili Ecumenici?
Tra 325 e 787, imperatori
amanti di Cristo convocarono tutti i vescovi per trattare gravi questioni
che riguardavano la Chiesa e che turbavano la pace sociale. I vescovi
ascoltarono ciò che il Santo Spirito decise ed emanarono, all’unanimità,
alcuni documenti solenni. Tutto ciò che allora si decise, fu accolto
come regola di fede e di vita dalla Chiesa intera: perciò quei
sette Concili si chiamano Ecumenici, universali.
325, Costantino: i Padri condannano l’eresia di Ario, il quale negava
la divinità di Cristo. 381, Teodosio I: i Padri condannano l’eresia
che negava la divinità dello Spirito; al vescovo di Nuova Roma
fu riconosciuto lo stesso primato d’onore che sino ad allora godeva
il vescovo di Roma Antica. 431, Teodosio II: i Padri proclamano che la
Vergine Maria è veramente Theotokos (Madre-di-Dio). 451, Pulcheria:
i Padri proclamano che Cristo è Theantropos (Dio-Uomo); disponendo
che le circoscrizioni ecclesiastiche corrispondano alle realtà
civile, il Concilio riconosce che – di fatto – il vescovo
di Nuova Roma estende la sua giurisdizione su Sicilia e Grande Grecia.
553, Giustiniano: i Padri condannano l’eresia di Origene e altre
empie dottrine dettate dalla filosofia ellenica. 681, Costantino IV: i
santi Padri condannano l’eretico Onorio, papa di Roma Antica, che
aveva aderito a mostruose dottrine. 787, Irene: i Padri proclamano la
liceità del culto delle icone: l’ortodossia delle decisioni
conciliari sarà confermata nell’843 dall’imperatrice
Teodora e da san Metodio di Siracusa, vescovo di Nuova Roma e Patriarca
Ecumenico.
Anche altri Concili particolari hanno un valore quasi pari a quello dei
Concili Ecumenici.
692, sotto Giustiniano II: il Concilio Quintosesto vieta alcune bizzarre
usanze che – nell’incolto e oscuro Medioevo dell’Occidente
– s’erano diffuse tra i fedeli di Roma Antica. 1341, 1342,
1351: a Costantinopoli si smaschera l’inganno d’alcuni atei,
tra i quali Giovanni (detto l’Italo) e Barlaam di Seminara. 1848:
i patriarchi di tutta la Chiesa denunciano la sciocca idea – diffusa
in quegli anni – d’un Primato del pontefice francocattolico
su tutti i cristiani e d’una sua presunta, personale Infallibilità.
Molti considerano ecumenico, giustamente, anche un concilio celebrato
a Costantinopoli nell’869. A quel tempo, Giovanni VIII, papa di
Roma Antica, pur essendo sottoposto al dominio dei Franchi, solennemente
condannò (figli di Giuda! – disse - traditori di Cristo!)
chi profanava il Credo dicendo che “lo Spirito procede dal Padre
e dal Figlio”. Giovanni VIII morì assassinato.
Qual’è
l’incontro più importante della Chiesa?
I concili sono
una straordinaria epifania, manifestazione del Santo Spirito; tuttavia
il momento della Chiesa più grande e più santo è
la celebrazione della Divina Liturgia.
C’è nell’arco dell’anno un grande Sabato: la
data è stata indicata dai santi Padri che si riunirono nel primo
Concilio Ecumenico. Al tramonto di quel sabato, la Chiesa si raduna per
celebrare la nascita del giorno che non conosce tramonto, l’ottavo
giorno, il giorno della Pasqua e della Risurrezione di Cristo.
Luce gioiosa della santa gloria del Padre immortale, celeste, santo, beato,
o Cristo Gesù: giunti al tramonto del sole, e vista la luce vespertina,
cantiamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito, Dio. E’ cosa degna
cantarti in ogni tempo con voci armoniose, o Figlio di Dio, tu che dai
la vita; perciò il mondo ti glorifica.
Ascoltiamo le antiche profezie, col cuore circondiamo e abbracciamo il
santo colle di Sion, cantiamo gli inni della Risurrezione: molti prolungano
per tutta la notte l’attesa. Verso l’alba, il vescovo –
con i sacerdoti e i diaconi – sale al ‘Sepolcro vuoto’
che è l’altare e lì presenta non già gli antichi
azzimi, come i Giudei, ma il pane, impastato col nuovo lievito, e il vino
che rallegra il cuore dell’uomo. Tutta la Chiesa fa memoria della
salvezza, dall’incarnazione di Cristo al suo glorioso Ritorno; la
Chiesa supplica il Santo Spirito perché venga e cambi il pane nel
Corpo di Cristo, e il vino nel suo prezioso Sangue. Il vescovo fa quindi
partecipare i presenti ai santi Doni, offerti alla Trinità e dalla
Trinità ricevuti per la nostra santificazione e salvezza.
Lo stesso facciamo nel corso dell’anno: ogni tramonto del sabato
è l’alba d’una Pasqua della settimana, è il
‘Giorno del Signore’ (domenica). Anche in altri giorni celebriamo
l’Eucaristia, nel ricordo della testimonianza gloriosa che i santi,
in cospetto del mondo, hanno reso alla potenza della preziosa e vivificante
Croce.
Chi
celebra l'Eucaristia?
Nella celebrazione della
Divina Liturgia si manifesta concretamente la Chiesa, Corpo di Cristo,
colonna e fondamento della verità, della quale fanno parte tutti
i redenti.
Entra in chiesa vestito a festa: per te si è aperto il Paradiso.
Entra con modestia e timore: è il tremendo tribunale di Cristo.
Entra e presèntati: fatti riconoscere con il segno della croce.
Saluta e bacia gli angeli e i santi, tuoi amici e fratelli di fede lì
presenti: l’affetto e la tua preghiera siano luminosi come la candela
che accendi davanti alle loro icone. Se vuoi, puoi portare il pane e il
vino per celebrare l’Eucaristia, dolci e frutta per far festa insieme
a tutti i presenti, vivi e anche defunti che lì o in altri luoghi
dormono nell‘attesa della risurrezione. In chiesa, ognuno ha il
suo posto: il vescovo, alla cattedra; il sacerdote, all’altare,
con il diacono accanto; il cantore, nel coro; l’uomo, davanti all’icona
di Cristo, Dio-Uomo; la donna, davanti all’icona della Madre di
Dio, la Regina seduta alla sua destra.
La Chiesa non è un insieme disordinato di gente: fedele al mandato
di Cristo, essa supplica il Santo Spirito perché riempia della
sua divina grazia alcuni uomini provati scelti come vescovi, sacerdoti
e diaconi.
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